di Stella Bonato collaborazione con Raffaele Landolfi e Federica Cominelli

 

I rischi psicosociali dello stress lavoro-correlato

Lo stress lavoro-correlato, ossia la percezione di squilibrio che un lavoratore avverte quando le richieste dell’ambiente di lavoro superano le sue capacità di farvi fronte, è uno dei principali fattori da attenzionare in termini di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Sempre più persone sperimentano infatti questo vissuto, con importanti ricadute sul benessere individuale e organizzativo.

Ma da cosa ha origine lo stress lavoro-correlato?

Parliamo di stress lavoro-correlato quando fattori inerenti al contesto e al contenuto del lavoro causano danni alla salute e al benessere del lavoratore. Questi fattori vengono denominati psicosociali e riguardano per l’appunto tutti quegli aspetti di progettazione, organizzazione e gestione del lavoro, nonché i rispettivi contesti sociali e organizzativi, che potenzialmente possono causare danni alla salute psico-fisica (Cox & Griffiths, 1996).

I rischi psicosociali hanno quindi un notevole impatto sulla sicurezza ed il benessere delle singole persone e delle organizzazioni, pertanto necessitano di essere adeguatamente valutati e gestiti.

Interventi preventivi per i rischi psicosociali

Esistono tre differenti tipi di intervento inerenti la gestione dello stress:

  1. Interventi di prevenzione primaria, ossia interventi che tendono ad identificare e ridurre gli stressors (fattori di rischio);
  2. Interventi di prevenzione secondaria, ossia interventi di formazione dei lavoratori in termini sia di promozione della salute che di capacità psicologiche;
  3. Interventi di prevenzione terziaria, ossia interventi che consistono perlopiù nell’assistenza del lavoratore stressato attraverso servizi come il counseling.

Per comprendere il senso degli interventi per la riduzione del rischio stress occorre considerare la matrice utilizzata per la valutazione del rischio. Secondo Clarke e Cooper (2004), una matrice di rischio dovrebbe prevedere da un lato l’esposizione percepita agli stressors (E) e dall’altro la probabilità che l’esposizione agli stressors porti impatti negativi (P). La prevenzione primaria si riferisce quindi all’abbassamento di E, mentre la prevenzione secondaria e terziaria sono volte all’abbassamento del valore di P.
Un’attenta analisi del rischio può aiutare a definire in modo specifico quali tipi di azioni sono necessarie.

I benefici della prevenzione

Potenzialmente lo stress può riguardare ogni lavoro ed ogni lavoratore, indipendentemente dalle dimensioni dell’azienda e dal settore dell’attività. Questo non significa che tutti i lavoratori e tutti i luoghi di lavoro ne siano necessariamente colpiti, ma che interventi di prevenzione dello stesso sono di fondamentale importanza. Le ricerche dimostrano infatti l’esistenza di innumerevoli benefici derivanti da interventi di prevenzione che vadano ad identificare e ridurre i rischi psicosociali connessi all’insorgenza dello stress.
Tra i benefici più rilevanti troviamo:

  • Miglioramento del clima aziendale
  • Riduzione dell’assenteismo
  • Miglioramento delle performance
  • Riduzione del turnover
  • Diminuzione degli errori.

Per questo il team di PEOPLEwellBe ha sviluppato il progetto di PEOPLE ANALYTICS per le aziende che intendono effettuare una valutazione stress lavoro-correlato per la tutela della salute e della sicurezza sul lavoro.

Vuoi misurare i rischi psicosociali all’interno della tua azienda?

RIFERIMENTI:

Clarke, S., & Cooper, C. (2004). Managing the risk of workplace stress: Health and safety hazards. Routledge, London.

Cox, T., & Griffiths, A. J. (1996). The assessment of psychosocial hazards at work. Handbook of work and health psychology. John Wiley and Sons, Chichester (UK).