A cura di Manuela Rossini

Che cos’è lo stress?

Lo stress è una risposta psicofisica a compiti anche diversi tra loro, di natura emotiva, cognitiva o sociale, che la persona percepisce come eccessivi.[1] Si tratta di una condizione che conduce a malessere e disfunzioni sul piano fisico, psicologico o sociale e che nasce in conseguenza al fatto che le persone non si sentono capaci di far fronte a determinate richieste o aspettative nei loro confronti. Le persone sono capaci di affrontare e contrastare le pressioni a cui sono sottoposte nel breve periodo, i problemi di modulazione della risposta del soggetto sorgono di fronte ad un’esposizione prolungata a forti pressioni.

Lo stress non è una malattia, allo stesso tempo però è un’esposizione prolungata a forti pressioni che può portare l’individuo a sviluppare problemi di salute e peggiorare la performance sul posto di lavoro. Ognuno di noi valuta e analizza le richieste derivanti dall’ambiente fronteggiando lo stimolo stressogeno sulla base delle risorse individuali legate al patrimonio ereditario e alle esperienze vissute.

Le strategie comportamentali che mettiamo in atto al fine di affrontare queste situazioni si definiscono strategie di coping. Quando la risposta agli stressors ambientali è adattiva si parla di stress positivo o eustress mentre quando la risposta di adattamento è disfunzionale, si parla di di-stress o stress negativo.

Le definizioni più accreditate di di-stress (stress negativo) correlato al lavoro sono:

  1. “Reazioni fisiche ed emotive dannose che si manifestano quando le richieste lavorative non sono commisurate alle capacità, alle risorse o alle esigenze dei lavoratori” (National Institute for Occupational Safety and Health, NIOSH, 1999);
  2. “Lo stress si manifesta quando le persone percepiscono uno squilibrio tra le richieste avanzate nei loro confronti e le risorse a loro disposizione per far fronte a tali richieste” (European Agency for Safety and Health at Work, 2000);
  3. “Lo stress non è una malattia, ma una situazione di prolungata tensione può ridurre l’efficienza sul lavoro e può determinare un cattivo stato di salute”. Il di-stress è un pericolo che può essere considerato presente in tutte le attività produttive e che è fra le prime cause di assenteismo dal lavoro (dato CEE marzo 2002).

La gestione dello stress

La condizione di stress lavoro correlato interessa circa il 22% dei lavoratori in Europa ed il 27% in Italia.

Il 50% delle giornate lavorative perse in un anno è correlata allo stress lavorativo. L’Unione Europea ha valutato il costo economico dello stress legato alla attività lavorativa pari a circa 265 miliardi di euro all’anno (Levi, 2002)[2]. Sulla base di queste considerazioni è stato emanato dal Governo il D.Lgs. 81/2008, attraverso il quale è stato posto l’obbligo di valutare i rischi connessi allo stress lavoro-correlato, ovvero di tutte quelle condizioni presenti negli ambienti di lavoro che possono dare origine allo stress.

I lavoratori delle aziende italiane, in conseguenza allo scenario emergenziale dato dalla pandemia di coronavirus, stanno affrontando esperienze professionali e personali caratterizzati da stress elevato e che potrebbero avere ripercussioni sul loro benessere fisico ed emotivo. L’esposizione al rischio biologico, l’iniziale difficoltà generalizzata nel reperimento dei dispositivi di protezione individuale e la necessità di adattarsi ad un nuovo metodo lavorativo (ovvero lo smart-working), si sono rivelati fonti di disagio e di vulnerabilità per i lavoratori.

L’Istituto Superiore di Sanità ha messo a disposizione alcuni suggerimenti rispetto alle modalità in cui le aziende e i lavoratori possono gestire efficacemente gli svariati cambiamenti a cui sono sottoposti:

  • Risulta particolarmente importante mantenere un flusso comunicativo efficace tra il vertice aziendale, le singole unità operative e gli operatori. Una comunicazione chiara e periodica sull’andamento della situazione interna e sulle strategie, messe in atto progressivamente per riorganizzare le attività lavorative, garantirà il coordinamento e l’integrazione tra le diverse aree operative.
  • Gli studi hanno sottolineato come la comunicazionesia efficace nel garantire un senso di coesione e di sicurezza. Ricevere comunicazioni chiare, puntuali e aggiornate sulle procedure e sulle misure da attuare nei diversi contesti, inclusi i recapiti a cui fare riferimento laddove sorgessero problemi ed il lavoratore avesse bisogno di un confronto (es. ufficio risorse umane), aiuterà i lavoratori ad orientarsi meglio in questa difficile situazione.
  • Compatibilmente con i livelli dell’epidemia, è buona prassi organizzare adeguatamente spazi e tempi di lavoro. L’assegnazione di ruoli e mansioni dovrebbe avvenire tenendo conto delle capacità professionali e delle condizioni personali e di salute degli impiegati. Sarebbe opportuno inoltre cercare di evitare il più possibile sovraccarichi di lavoro prolungati, garantire delle pause e rispettare i momenti di riposo, importanti per il benessere fisico, mentale e per l’attuazione di attività di auto-cura.
  • Mantenere alta la coesione tra lavoratori favorisce un clima di accoglienza e di supporto. Gli scambi comunicativi con i colleghi sono importanti per ridurre il senso di isolamento e stimolare il senso di appartenenza al gruppo. Promuovere la collaborazione tra i collaboratori, cercando di supportare in particolare coloro che sperimentano attività nuove, a cui non sono familiari, aiuterà tutti a sentirsi più vicini e a condividere il carico di stress che si può accusare[3].

ANALISI DI STRESS: la prevenzione e la valutazione dello stress in ambienti di lavoro

I rischi psicosociali e lo stress lavoro-correlato rappresentano una delle sfide principali con cui è necessario confrontarsi nel campo della salute e della sicurezza sul lavoro in quanto hanno considerevoli ripercussioni sulla salute delle singole persone, ma anche su quella delle imprese e delle economie nazionali (EU-OSHA, 2014). La Valutazione dello Stress Lavoro Correlato nei contesti occupazionali presuppone che un’azienda si impegni ad offrire ai propri lavoratori opportunità per migliorare il proprio benessere personale e sociale e promuova interventi sia di valutazione che di contenimento del rischio con azioni correttive ad hoc.

Misurare lo stress e il benessere organizzativo significa quindi individuare lo scarto esistente fra le aspettative delle persone e la realtà da esse vissuta: uno scarto ridotto genera un buon clima aziendale e favorisce quindi l’impegno comune verso gli obiettivi dell’organizzazione; uno scarto elevato genera delusione, mancanza di motivazione e senso di appartenenza con probabili conseguenti basse prestazioni lavorative. In caso di rischio stress lavoro correlato non trascurabile la Commissione Consultiva e le Linee Guida INAIL 2017 hanno previsto che siano attuati degli interventi correttivi che sono indicati come organizzativi, tecnici, procedurali, comunicativi e formativi.

In tale ottica il progetto di Valutazione dello Stress Lavoro Correlato ha lo scopo di fornire le risposte per una corretta realizzazione degli interventi correttivi di tipo formativo inquadrandoli all’interno della più ampia tematica della prevenzione. Noi di PEOPLEwellBe abbiamo voluto trasferire la nostra esperienza, le referenze nel benessere aziendale, salute mentale, le competenze psicologiche nel progetto Analisi di Stress, per affiancare le aziende nella scelta della buona pratica da adottare.

RIFERIMENTI:

[1] https://www.stateofmind.it/tag/stress/

[2] https://www.psya.it/lambiente-di-lavoro-strategie-di-adattamento-per-il-benessere-psicologico/

[3] https://www.psya.it/lambiente-di-lavoro-strategie-di-adattamento-per-il-benessere-psicologico/