a cura di Manuela Rossini

La pandemia ha caratteristiche inedite e sta mettendo a dura prova la tenuta psicologica delle persone: il timore del contagio, le misure restrittive, le incertezze sul piano economico sono elementi che possono causare ricadute sul piano psicologico in termini di stress, ansia, paure e disagio.

Cosa dicono i dati?

I recenti dati, emersi da un’indagine sulla popolazione italiana condotta dall’Istituto Piepoli per il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi (CNOP) rivelano che “il 62% degli italiani pensa che avrà bisogno di un supporto psicologico per affrontare il ritorno alla normalità, dopo i due mesi di lockdown per l’emergenza pandemica. Tale necessità in chi vive in coppia è doppia rispetto a chi vive in famiglia, e anche i single esprimono un bisogno di supporto psicologico superiore del 12% rispetto a chi vive in famiglia. In particolare, vi sono dei luoghi in cui è la quasi totalità degli italiani a richiedere la presenza di psicologi, sono: gli ospedali (90%), le strutture per anziani (87%), i servizi sociali (84%), in aiuto ai medici di famiglia e nell’assistenza domiciliare (79%), in aiuto agli studenti (73%), nei luoghi di lavoro (72%)”[1].

La percentuale di italiani che trova necessario l’intervento supportivo degli psicologi per poter affrontare le difficoltà legate a questo momento storico è elevata, soprattutto se si confronta con i dati di ricerca precedenti da cui emerge che solo il 40% degli italiani aveva percepito la necessità di rivolgersi ad un professionista della salute mentale.

David Lazzari, Presidente nazionale dell’Ordine degli Psicologi, rispetto a questo bisogno ha asserito che ha auspicato un rafforzamento dell’assistenza psicologica: “gli Psicologi hanno messo in campo una straordinaria mobilitazione di solidarietà [..] ma ora serve un programma pubblico coerente e coordinato. Noi facciamo proposte tecniche precise al Governo: attuare le richieste del Parlamento, attivare misure collettive mirate di prevenzione e promozione, dare alle fasce più a rischio ed economicamente fragili dei bonus per ricorrere agli interventi psicologici presso i liberi professionisti. Ogni settimana che passa senza fare nulla, i problemi si aggravano, con ricadute sulla salute, sulla tenuta sociale e sui costi”[2].  

Un’indagine relativa all’impatto psicologico dell’attuale situazione di emergenza coronavirus è stata condotta da Open Evidence, società di ricerca e consulenza su scienze sociali e comportamentali, Telecomunicazioni e scienza dei dati. Tale società ha condotto la ricerca in collaborazione con BDI-Schlesinger Group e con ricercatori di varie università (Università degli Studi di Milano, UOC, Universidad Nacional de Colombia, Università degli studi di Trento, Glasgow University). Nei tre Paesi in cui è stata svolta la ricerca, il campione rappresentativo della popolazione è costituito da mille soggetti di età compresa tra i 18 ed i 75 anni. I partecipanti hanno risposto per tre settimane consecutive a domande legate alla propria salute, lo stato d’animo ed eventuali altri eventi stressanti, problemi intervenuti sulla situazione abitativa e sulle relazioni sociali a distanza.

In aggiunta a questo, i soggetti hanno partecipato a tre esperimenti (uno alla settimana) volti ad ottenere risultati scientificamente attendibili sulla valutazione dell’azione e sulla comunicazione da parte dei governi sugli effetti cognitivi e comportamentali del lockdown. L’analisi è stata condotta su questi fattori attraverso l’utilizzo di tecniche di intelligenza artificiale e, in termini di potenziale rischio di squilibrio psicologico, in Italia è presente nel 41% del campione, nel 46% in Spagna e nel 42% nel Regno Unito ed è tanto più alto quanto maggiore è la fragilità socio-economica delle persone. La situazione sembra essere più preoccupante se si considera il seguente dato: i partecipanti che hanno riferito di aver attraversato episodi depressivi sono in Italia al 59%, in Spagna al 67% e nel Regno Unito al 57%; tutto ciò già durante il primo periodo di analisi.

Le reazioni a sostegno della salute delle persone

L’emergenza sanitaria ha rappresentato uno shock ad ampio effetto collaterale, con un impatto sia sui Governi che sulle imprese ed i rispettivi bilanci. Le imprese hanno vissuto un susseguirsi di sofferenze: dalla chiusura totale o parziale delle fabbriche, alle interruzioni delle differenti catene di approvvigionamento, dalla carenza di manodopera allo stress del flusso di cassa, fino al blocco effettivo degli scambi commerciali in alcune aree del globo. I trend borsistici, infatti, hanno tradotto puntualmente lo shock economico della corporate globale in scossa finanziaria negativa.

Di fronte a questo scenario i Governi hanno promosso politiche finanziarie, previdenziali e fiscali al fine di sostenere i lavoratori e le imprese. I decreti Cura Italia, Rilancio e Liquidità hanno introdotto misure urgenti, volte a fronteggiare gli effetti dell’emergenza epidemiologica che spaziano dal potenziamento del sistema sanitario alla giustizia, dal sostegno al mondo del lavoro al finanziamento delle imprese.

Se, da un lato, le misure varate dal Governo sono state essenziali al fine di sostenere i lavoratori e le imprese, dall’altro risulta altrettanto essenziale fornire loro un supporto di natura psicologica. Solitamente, anche se non ce ne rendiamo conto, mettiamo in pratica delle risorse che ci permettono di superare una crisi, quindi di voltare pagina e di stare meglio. Se questo processo viene meno, ci sentiamo scoraggiati, sfiduciati, in balìa degli eventi o in un certo senso bloccati in una situazione di disagio o malessere.

Sulla base di queste premesse PEOPLEwellBe si è adoperata per offrire a tutti i lavoratori e le lavoratrici che stanno attraversando un momento di difficoltà, la possibilità di accedere ad uno sportello di ascolto aziendale online: SPORTELLO BENESSERE. Lo sportello di consulenza psicologica ha una natura orientativa e di consulenza breve, per tale ragione non deve essere inteso quale terapia on-line.